Thursday, January 21, 1999

Visita del Ministro generale alla Provincia dell' Assunzione della BVM in Bosnia-Erzegovina in merito all'attuazione del Decreto "Romanis Pontificibus"

In ottemperanza a quanto richiesto dal Capitolo Generale 1997 (Quaestiones Votatae 108 e 109; cf. Acta Capituli generalis 1997, p. 433) circa l'attuazione integrale ed immediata del Decreto "Romanis Pontificibus" di Paolo VI (1975), il Ministro generale, fr. Giacomo Bini, si è recato a Mostar, nei giorni 12-14 dicembre, insieme al Vicario generale, fr. Stefano Ottenbreit, e al Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Mons. Marcello Zago.

Nei suddetti giorni gli incontri sono stati diversi e a vari livelli. Il primo incontro è avvenuto con il Definitorio provinciale. Poi, il Ministro e il Vicario generale si sono incontrati con un buon numero di Frati della Provincia, tenuto conto degli impegni pastorali della terza domenica di Avvento. In questa circostanza, in un clima di preghiera, il Ministro generale ha dettato una meditazione, ispirandosi al Piccolo Testamento di Siena. In particolare, si è soffermato su tre frasi del Testamento: sempre si amino tra loro (Fraternità), sempre amino ed osservino nostra signora la santa povertà (Povertà), e sempre siano fedeli e sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa madre Chiesa (Obbedienza). Nel pomeriggio, sempre nell'incontro con i Frati, si è aggiunto anche Mons. Zago.

Nella mattinata del 13, il Segretario della Congregazione si era incontrato con il clero della Diocesi. Così il Vicario generale, fr. Stefano, ha avuto modo di incontrarsi con i Parroci OFM delle Parrocchie da consegnare al Vescovo. (cioè: Blagaj, Jablanca, Ploce, Nevesinje, Crnac, Grude, Mostarski Gradac)

Successivamente c'è stato un importante incontro presso la Curia vescovile di Mostar. Vi hanno partecipato: i due esecutori del Decreto "Romanis Pontificibus", Mons. Ratko Peric, Vescovo locale, e fr. Giacomo Bini, Ministro generale; Mons. Marcello Zago, Segretario della Congregazione; l'Incaricato degli Affari della Nunziatura; fr. Stefano Ottenbreit, Vicario generale; fr. Tomislav Pervan, Ministro provinciale e fr. Marinko Leko, Vicario provinciale. In un ultimo incontro, a cui hanno partecipato il Vescovo, il Ministro generale, il Segretario della Congregazione, l'Incaricato della Nunziatura e i Parroci OFM, è stato stilato e firmato un Comunicato finale, che riassume il senso degli incontri precedenti e riafferma l'impegno per l'attuazione del passaggio delle Parrocchie indicate nel Decreto.

Ecco il testo del comunicato finale:

"Nei colloqui è stata affrontata in modo decisivo la questione del passaggio delle parrocchie indicate nel decreto al clero diocesano, per la cui consegna ambo le parti si sono impegnate seguendo le leggi della Chiesa, le decisioni del Ministro generale e del suo Definitorio, nonché del Definitorio provinciale.

La Santa Sede e l'Ordine sono ben informati sul cammino che si sta percorrendo. I frati che disobbediscono sappiano che incorrono nelle pene previste dalle leggi ecclesiastiche e dell'Ordine. Si desidera che il Decreto venga eseguito in modo definitivo per il bene della Chiesa, della Diocesi, della Provincia francescana e soprattutto dei fedeli.

Ricordiamo ai fedeli cristiani che i sacramenti, ricevuti dai frati puniti, sono invalidi.

È importante che tutti, presbiteri e fedeli, vedano nel Vescovo locale, che agisce insieme al Presbiterio diocesano e religioso, il centro e il punto di riferimento della vita ecclesiale della Diocesi.

Un particolare invito è stato rivolto a tutti i membri della Comunità diocesana, fedele da sempre alla Chiesa cattolica, affinché in spirito di fraterna comunione ecclesiale tra di loro, seguano gli insegnamenti del Santo Padre, della Santa Sede e delle Autorità da essi costituite, per una crescita umana e spirituale in questa Chiesa locale che il Papa ama e segue da vicino.

Mostar, 14 dicembre 1998

+ Marcello Zago Segretario della Congregazione Per l'Evangelizzazione dei Popoli

+ Ratko Peric Vescovo di Mostar - Duvno

Fra Giacomo Bini Ministro generale ofm


(in print in ACTA ORDINIS 1998,III)

1.8. Visita alla Provincia dell’Assunzione della BVM in Erzegovina

Mostar, 12-14.12.1998

– Breve cronaca
In ottemperanza a quanto richiesto dal Capitolo Generale 1997 (Quaestio Votatae 108 e 109; cf. Acta Capituli generalis 1997, p. 433) circa l'attuazione integrale ed immediata del Decreto “Romanis Pontificibus” di Paolo VI (1975), il Ministro generale, fr. Giacomo Bini, si è recato a Mostar, nei giorni 12-14 dicembre, insieme al Vicario generale, fr. Stefano Ottenbreit, e al Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Mons. Marcello Zago. Nei suddetti giorni gli incontri sono stati diversi e a vari livelli. Il primo incontro è avvenuto con il Definitorio provinciale. Poi, il Ministro e il Vicario generale si sono incontrati con un buon numero di Frati della Provincia, tenuto conto degli impegni pastorali della terza domenica di Avvento. In questa circostanza, in un clima di preghiera, il Ministro generale ha dettato una meditazione, ispirandosi al Piccolo Testamento di Siena. In particolare, si è soffermato su tre frasi del Testamento: sempre si amino tra loro (Fraternità), sempre amino ed osservino nostra signora la santa povertà (Povertà), e sempre siano fedeli e sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa madre Chiesa (Obbedienza). Nel pomeriggio, sempre nell’incontro con i Frati, si è aggiunto anche Mons. Zago. Nella mattinata del 13, il Segretario della Congregazione si era incontrato con il clero della Diocesi. Così il Vicario generale, fr. Stefano, ha avuto modo di incontrarsi con i Parroci OFM delle Parrocchie da consegnare al Vescovo. Successivamente ci è stato un importante incontro presso la Curia vescovile di Mostar. Vi hanno partecipato: i due esecutori del Decreto “Romanis Pontificibus”, Mons. Ratko Peric, Vescovo locale, e fr. Giacomo Bini, Ministro generale; Mons. Marcello Zago, Segretario della Congregazione; l’Incaricato degli Affari della Nunziatura; fr. Stefano Ottenbreit, Vicario generale; fr. Tomislav Pervan, Ministro provinciale e fr. Marinko Leko, Vicario provinciale. Nell’ultimo incontro, a cui hanno partecipato il Vescovo, il Ministro generale, il Segretario della Congregazione, l’Incaricato della Nunziatura e i Parroci OFM, è stato stilato e firmato un Comunicato finale, che riassume il senso degli incontri precedenti e si riafferma l’impegno per l’attuazione del passaggio delle Parrocchie indicate nel Decreto.

La Visita, gli incontri e le decisioni dei giorni 12-14 dicembre 1998, erano stati preparati da iniziative precedenti. Si possono ricordare: l’incontro del Ministro provinciale con il Definitorio generale a Roma nel mese di settembre 1997; la Visita alla Provincia Francescana di Mostar, nei mesi di novembre-dicembre 1997, da parte del Vicario generale, fr. Stefano Ottenbreit, e dei Definitori generali, fr. Kapistran Martzall e fr. Peter Schorr; l’incontro del Vicario generale e del Definitore generale, fr, Kapistran, con i Parroci OFM nel mese di . Questi ultimi avvenimenti, soprattutto, sono stati preparati dall’incontro del 10 novembre 1998 presso la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. A tale incontro hanno partecipato: il Card. Jozef Tomko, Prefetto; Mons. Marcello Zago, Segretario; fr. Giacomo Bini, Ministro generale; fr. Stephan Ottenbreit, Vicario generale; fr. Antonio Riccio, Procuratore generale; Mons. Ratko Pe-ric, Vescovo della Dio-cesi di Mostar-Duvno; Mons. Luka Pavlovic, Vicario generale; fr. Tomislav Pervan, Ministro provinciale di Mostar e fr. Marinko Leko, Vicario provinciale. Al termine dell'incontro è stata redatta una “Lettera aperta” ai Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Fedeli della Diocesi di Mostar-Duvno, firmata dal Ministro Gene-rale dei Frati Minori e dal Vescovo di Mostar-Duvno, esecutori del Decreto Romanis Pontificibus di Paolo VI. In essa viene sollecitata una «sempre più necessaria collaborazione in spirito di comunione, sotto la guida del Vescovo diocesano, condividendo i compiti pastorali e favorendo i rispettivi carismi». Viene anche comunicata la decisione concorde della consegna al Vescovo delle Parrocchie previste dal Decreto pontificio.

FR. LUIGI PERUGINI

– Lettera congiunta del Vescovo di Mostar e del Ministro generale

Ai Sacerdoti, Religiosi, Religiose, e Fedeli tutti della Diocesi di Mostar-Duvno.
Alle soglie dell'Avvento, in preparazione al Santo Natale, che vi auguriamo di grande bene nella pace, rendiamo note le decisioni, prese a Roma il 10 novembre 1998 presso la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Insieme col Cardinale Jozef Tomko, Prefetto, e l'Arcivescovo Marcello Zago, Segretario dello stesso Dicastero della Santa Sede, eravamo presenti noi, infrascritti, il Vescovo di Mostar-Duvno e il Padre Ministro Generale O.F.M., ambedue esecutori del Decreto Romanis Pontificibus, approvato, come noto, in forma specifica, da Papa Paolo VI nel 1975, e confermato dal regnante Sommo Pontefice Giovanni Paolo II. Partecipavano pure due membri del Clero diocesano di Mostar-Duvno e quattro Frati francescani, in rappresentanza della Curia generalizia e della Provincia erzegovinese. È stato concordato unanimemente che, all'inizio della prossima Quaresima, cioè domenica 21 febbraio 1999, l'Ordine dei Frati Minori restituirà alla libera collazione del Vescovo diocesano le parrocchie previste dal suddetto Decreto Pontificio.
Siamo ben consapevoli del riconosciuto contributo storico dei Frati Minori Francescani alla vita della Chiesa in Erzegovina; essi fanno parte del patrimonio spirituale della Diocesi e della stessa sua identità cattolica. Contiamo perciò sui Francescani anche per l'avvenire. Più di cento anni fa, nel 1881, Papa Leone XIII ricostituiva la Diocesi di Mostar-Duvno, mediante l'erezione della Gerarchia ordinaria; da allora, le vocazioni al Clero diocesano e religioso hanno sempre più arricchito la Chiesa particolare. Per questo si rende sempre più necessario collaborare in spirito di comunione, sotto la guida del Vescovo diocesano, condividendo i compiti pastorali e favorendo i rispettivi carismi. Proseguiamo così, con rinnovato vigore, sul cammino ecclesiale, che auspichiamo improntato al mutuo rispetto e apprezzamento, alla fraterna collaborazione e comunione tra Clero religioso e diocesano.
Nel comunicare questo accordo, invitiamo tutti, fedeli laici, religiose, religiosi e sacerdoti diocesani, figli dello stesso Padre celeste, a nutrire sempre più questo spirito di comune bene nell'unità della Chiesa particolare che è in Erzegovina. Ci rivolgiamo in particolare ad ogni comunità parrocchiale e ad ogni singolo fedele che vi appartiene affinché ognuno sia promotore di questa essenziale unione fraterna evitando divisioni nocive. Come in tutta la Chiesa, anche nella Diocesi di Mostar-Duvno, qualsiasi associazione di fedeli cattolici deve lavorare in comunione con il Vescovo.
Rinnovando questo impegno per il bene della Chiesa universale e particolare, teniamo ben presente ed incoraggiamo fortemente sia il ministero specifico pastorale dei Sacerdoti diocesani, come anche il carisma dei Religiosi francescani.
Vi è un caso, dove, dopo i ripetuti moniti agli interessati da parte dei Superiori competenti, è stata confermata dalla Santa Sede la dimissione dall'Ordine Francescano di due religiosi già appartenenti alla Provincia dell'Erzegovina che purtroppo hanno rifiutato di osservare il loro voto di ubbidienza. Preghiamo perché lo Spirito Santo li illumini e possano trovare la via alla piena comunione ecclesiale.
Il Padre nostro celeste, cui è dedicato il prossimo anno preparatorio al Grande Giubileo del 2000, ci esorta tutti alla comunione sempre più perfetta con Lui e tra noi, nella Chiesa, segno e strumento di questa unione ovunque nel mondo. San Giuseppe, Capo della Sacra Famiglia e Patrono della Diocesi di Mostar-Duvno, insieme con Maria Santissima, Madre di Dio, ci uniscano davanti al Presepe del Salvatore, motivo così caro a San Francesco e a tutti noi.

Roma, 16 Novembre 1998

FR. GIACOMO BINI Ministro Generale O.F.M.

+ RATKO PERIC Vescovo di Mostar-Duvno


– Riflessione del Ministro generale

Introduzione: lettura di Gv 15, 1-11; Testamento di Siena; Padre nostro.

1. Riprendendo la pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato, il nostro essere cristiani esiste solo se siamo profondamente uniti a Cristo e ai fratelli. Il Dio dei cristiani è l’unico che si è fatto tanto vicino a noi, che è diventato uno di noi per ristabilire la pace, la riconciliazione, la comunione infranta dal peccato. In altre religioni Dio non è così vicino; penso all’Islam, in cui ognuno, personalmente, stabilisce il suo rapporto con Dio senza il il bisogno indispensabile della comunità. Anche noi cristiani abbiamo questa relazione personale con il Signore, ma all’interno di un corpo, nella visibilità ecclesiale e sacramentale. Non esistiamo da soli: come il tralcio che, se non resta unito alla vite, muore. Tutta la vita sacramentale ha bisogno di questa comunione, di una comunità che mi accoglie e che non posso creare da solo, alla quale posso e devo aderire e in cui inserirmi per vivere e “portare frutti”. Il nostro essere francescani partecipa ugualmente di questa logica comunitaria. Nella professione diciamo: «Mi affido a questa fraternità…». Una fraternità fragile, peccatrice, con la quale posso avere qualche difficoltà (cfr. Am 3), ma dalla quale non posso separarmi: devo continuare ad essere un componente attivo e sereno di questa famiglia. S. Francesco, nel Testamento di Siena, che è la sintesi della sua forma di vita evangelica, riassume e ci ricorda i tre valori assoluti per la nostra vocazione:
- l’amore fraterno;
- l’amore e l’osservanza di nostra signora la santa povertà;
- la fedeltà e la sottomissione alla santa madre Chiesa.

2. Fraternità. «Sempre si amino tra loro». È il primo comandamento. È la condizione e l’espressione del nostro amore, della nostra unione con Dio. Il nostro primo impegno sarà sempre quello di costruire la comunione fra noi, con tutti. Spesso è difficile, comporta di prendere su di sé la croce: è stato il prezzo pagato da Cristo, sarà il prezzo che dovremo pagare anche noi. È il vostro impegno, la vostra croce in questo momento: vi supplico, fratelli, non distruggete con le divisioni quello che tanti martiri e tanti santi frati in Erzegovina hanno costruito lungo i secoli. La storia della vostra Provincia è meravigliosa, per quello che avete saputo dare alla gente, all’Ordine, alla Chiesa: oggi non avete il diritto di distruggere tutto dividendovi dalla Chiesa, separandovi dall’Ordine e dividendovi tra di voi.

3. Povertà. «Sempre amino ed osservino nostra signora la santa povertà». La prima forma di povertà è l’espropriazione interiore, il non appropriarsi dei doni e delle qualità che il Signore ci ha dato; occorre piuttosto cercare di mettere tutto a servizio degli altri, del Regno di Dio. Povertà significa umiltà, kenosi, capacità di ammettere che possiamo sbagliare , capacità di rinunciare ai propri diritti per diventare dono per gli altri. «Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio…». Fratelli, prego perché lo Spirito ci illumini, per non diventare mai schiavi del nostro orgoglio, delle nostre sicurezze. San Paolo ci ricorda che «anche se dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova» (1Cor 13, 3). Il vero eroismo insegnato dal Vangelo è quello di chi si abbassa a servire, a lavare i piedi degli altri, la consegna di sé a Dio e ai fratelli. E la pratica di questo valore evangelico, oggi, è l’attuazione del Decreto. Ecco perché per san Francesco fraternità, minorità e povertà sono inseparabili.

4. Obbedienza. «Sempre siano fedeli e sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa madre Chiesa». Sappiamo bene che i prelati e i chierici ai tempi di san Francesco non erano tutti miti e santi. Esistevano altri movimenti evangelici e “pauperistici” al suo tempo, ma nessuno è riuscito a riformare la Chiesa e a riportare i cristiani al Vangelo come il movimento francescano, che ha scelto l’obbedienza, il servizio e la sottomissione alla Chiesa e a tutti, senza criticare e condannare nessuno, ma testimoniando con umiltà e amore il Vangelo.

5. Carissimi fratelli, capisco bene la vostra situazione di sofferenza, che dura da anni; cerco di capire anche le vostre ragioni, le vostre delusioni. Posso dirvi anche che l’Ordine intero soffre con voi. Ma siamo venuti qui, insieme al Vicario generale e al Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione, Mons. Zago, per portarvi una parola di speranza: insieme possiamo far rinascere, più forte di prima, questa Provincia. Fra qualche mese potreste riavere tutte le giurisdizioni canoniche, potreste accogliere di nuovo e accompagnare giovani vocazioni, potreste riprendere il vostro cammino normale di Provincia. Tutto è possibile se serenamente accettiamo di ridare alla Diocesi quelle piccole Parrocchie ricordate dal Decreto pontificio del 1975; se io e voi, insieme, obbediamo alle richieste dell’ultimo Capitolo generale. Avete tante e diverse attività pastorali: non perdete nulla di indispensabile, mentre recuperate la pace, la gioia e l’entusiasmo del vostro lavoro. Anche i cristiani potranno soffrire, ma se voi li aiutate e li preparate bene capiranno anche loro che non si può inventare una chiesa a parte e un gruppo di francescani che vanno da un’altra strada. Abbiamo avuto un incontro molto fraterno a Roma il 10 novembre scorso, presso la CEP: erano presenti il Card. Tomko, Mons. Zago, il vostro Ministro provinciale insieme al Vicario, e il Vescovo Mons. Peric accompagnato da due sacerdoti; insieme a me c’erano il Vicario e il Procuratore generale dell’Ordine. Le preoccupazioni principali sono state la vita cristiana in Erzegovina che è in pericolo, a causa della mancata riconciliazione tra il Pastore e alcuni Religiosi; il desiderio di ridare vita alla Provincia francescana e iniziare un vero cammino di comunione per il futuro. Quindi si è deciso unanimemente di attuare al più presto, entro il 21 febbraio 1999, il Decreto pontificio che chiede il passaggio di determinate Parrocchie, sinora affidate ai Frati minori, alla Diocesi; tutto questo senza sobillare la gente, ma preparandola con carità. Proprio per appoggiarvi ed incoraggiarvi in questo cammino di comunione siamo venuti in mezzo a voi.

6. Fratelli, insieme a san Francesco «vi prego, vi supplico, e vi scongiuro»: lasciatevi riconciliare da Dio per costruire una Chiesa, una fraternità francescana che sia una vera famiglia. I cristiani dell’Erzegovina aspettano questo dai francescani. Sappiamo bene che quasi tutti i fratelli della Provincia vogliono ricominciare una vita serena e pacifica nell’obbedienza e nella comunione. Tutto l’Ordine e la Chiesa è con voi. A coloro che oggi hanno difficoltà nell’accettare questa obbedienza chiedo con amore di non intralciare il cammino della maggioranza dei frati che hanno il diritto di ricostruire la loro vita, la loro fraternità. Prendete un po’ di tempo per riflettere, pregare, ritrovare il senso della nostra vocazione. Chi impedisce questo cammino di comunione sappia che si assume una grave responsabilità davanti a Dio, alla Chiesa, all’Ordine e a tutti i cristiani dell’Erzegovina. Il Signore benedica questo nostro primo incontro, perché segni l’inizio di una vita nuova secondo la volontà di Dio e seguendo le orme di Francesco. Il Signore vi benedica!

– Comunicato finale

Il 13 e il 14 dicembre corrente si sono incontrati a Mostar il Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori, padre Giacomo Bini, e Sua Eccellenza Mons. Ratko Peric, Vescovo di Mostar-Duvno, coesecutori del decreto Romanis Pontificibus alla presenza del Rappresentante della Santa Sede, l'Arcivescovo Marcello Zago, Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, e del Provinciale della Provincia Francescana di Erzegovina padre Tomislav Pervan. Essi hanno avuto incontri congiunti con una parte del clero diocesano e dei religiosi francescani, in un clima fraterno, di unità e di comunione con la Chiesa universale. Nei suddetti colloqui è stata affrontata in modo decisivo la questione del passaggio delle parrocchie indicate nel Decreto al clero diocesano, per la cui consegna ambe le parti si sono impegnate seguendo le leggi della Chiesa, le decisioni del Ministro Generale e del Suo Definitorio, nonché del Definitorio Provinciale. La Santa Sede e l'Ordine sono ben informati sul cammino che si sta percorrendo. I frati che disobbediscono sappiano che incorrono nelle pene previste dalle leggi ecclesiastiche e dell'Ordine. Si desidera che il Decreto venga eseguito in modo definitivo per il bene della Chiesa, della Diocesi, della Provincia Francescana e soprattutto dei fedeli. Ricordiamo ai fedeli cristiani che i sacramenti, ricevuti dai frati puniti, sono invalidi. È' importante che tutti, presbiteri e fedeli, vedano nel Vescovo locale, che agisce insieme al Presbiterio diocesano e religioso, il centro e il punto di riferimento della vita ecclesiale della Diocesi. Un particolare invito è stato rivolto a tutti i membri della Comunità diocesana, fedele da sempre alla Chiesa Cattolica, affinché, in spirito di fraterna comunione ecclesiale tra di loro, seguano gli insegnamenti del Santo Padre, della Santa Sede e delle Autorità da Essi costituite, per una crescita umana e spirituale in questa Chiesa locale che il Papa ama e segue da vicino.

Mostar, 14 dicembre 1998

+ MARCELLO ZAGO
+ RATKO PERIC
FR. GIACOMO BINI, OFM